E ora? I primi passi per una Pubblica amministrazione IA-ready

“Tutta la vita è un risolvere problemi” (Karl Popper)

Questa sezione rappresenta una lista di suggerimenti sicuramente non esaustivi su quelli che potrebbero essere i primi passi che le Pubbliche amministrazioni, anche tramite il supporto di AgID, possono seguire per cominciare ad utilizzare l’IA o per sfruttarne appieno le potenzialità, senza incorrere nei rischi sollevati nelle sfide di questo libro bianco.

Alcuni strumenti sono già utilizzati dalle amministrazioni che li alimentano nel quotidiano per aumentare l’efficienza e l’efficacia dei servizi; in altri casi invece è necessario pensarne di nuovi, proprio per far fronte a quella carenza di soluzioni adeguate di intelligenza artificiale che supportino l’amministrazione nell’attività amministrativa e nella gestione dei servizi.

In questo paragrafo vogliamo indicare una piccola “cassetta degli attrezzi”, un punto di partenza in attesa di passi e percorsi più operativi che possano dare un contesto più solido e chiaro alle nuove soluzioni tecnologiche, un’implementazione sostenibile dell’ intelligenza artificiale realmente al servizio del cittadino.

Ambito di applicazione delle soluzioni di IA

Pubbliche amministrazioni e team di progetto dedicati che si trovano ad affrontare il tema del ruolo che l’IA può giocare nella gestione delle loro attività devono muovere da un assunto di partenza: l’IA non sempre è una panacea e non è adatta ad ogni tipo di sfida.

Occorre allora approfondire preventivamente quali processi interni o quali servizi al cittadino possono essere agevolati dall’utilizzo di tecnologie basate su IA e, a quel punto, costruire le aspettative e l’impatto in relazione al supporto che ne può derivare in termini di efficienza e/o di equità.

Investimenti iniziali ben programmati

Una volta che le Pubbliche amministrazioni hanno identificato gli ambiti in cui l’IA può essere realmente di aiuto, occorre riflettere sulle risorse di cui necessitano, a partire dalla previsione del budget necessario a implementare le nuove tecnologie, cui deve seguire un coinvolgimento di esperti (esterni o anche interni se opportunamente formati) che conoscono la tecnologia di IA più adatta per l’esigenza manifestata.

Le Amministrazioni non possono inoltre non tenere in considerazione il tempo necessario alla struttura interna per implementare le soluzioni di IA individuate, specialmente nel caso in cui per svilupparle devono essere caricati ingenti quantità di dati e informazioni.

La Task Force dell’Agenzia per l’Italia digitale rimane a disposizione per esplorare forme di co-finanziamento e di individuazione dei bisogni delle Amministrazione attraverso l’email intelligenza-artificiale@agid.gov.it.

Non dimenticare il piano triennale

L’IA richiede di accelerare il percorso di trasformazione digitale. Il Piano Triennale fornisce tutte le indicazioni per costruire le fondamenta sulle quali sarà possibile implementare soluzioni di IA. Ci sono già molti strumenti utili all’esecuzione del Piano Triennale, come ad esempio le misure minime per la sicurezza ICT alle pubbliche amministrazioni, che debbono essere adottate per contrastare le minacce più comuni e frequenti cui sono soggetti i loro sistemi informativi.

Oppure i molti canali di procurement che è possibile attivare, in funzione del perimetro finanziario e delle diversificate esigenze tecniche: dal più classico ricorso al Mercato Elettronico per la Pubblica Amministrazione (MEPA) e ai lotti del Sistema Pubblico di Connettività (SPC, in particolare il lotto 3 su Interoperabilità per i dati e cooperazione applicativa e il lotto 4 sulla Realizzazione e gestione di portali, APP, siti e applicazioni web), fino agli strumenti di procurement per l’innovazione.

In particolare, su quest’ultimo fronte, i riferimenti sono quelli degli appalti pre-commerciali (PCP, sia su scala nazionale anche nell’ambito della programmazione regionale tramite fondi Europei) per arrivare infine agli appalti pubblici di servizi e prodotti innovativi (PPI).

Iniziare “in piccolo”

Come accade per molte altre tecnologie, è consigliabile testare l’IA su piccola scala prima di applicarla a pieno regime nelle proprie attività.

Sviluppare un programma pilota consente a chi decide di implementare soluzioni di IA di prendere confidenza con la tecnologia e di correggere eventuali errori in corso d’opera permettendo quindi, al servizio stesso, di migliorare.

Diversi sono i modelli che possono essere utilizzati per impostare progetti in maniera agile: il sito designers.italia.it fornisce un kit su misura per la PA per lo sviluppo e il design di progetti.

Inoltre, l’IA comporta una serie di rischi, ben evidenziati nelle varie sfide del libro bianco, legati alla protezione dei dati e della privacy, ai dilemmi etici, al rischio di bias e deviazioni. Allo scopo di limitare il più possibile problemi attuali e futuri, è buona pratica coinvolgere le entità interessate dai servizi basati sulle IA fin dal progetto pilota, esponendo in modo trasparente e replicabile i dati e gli algoritmi.

Lavorare sui dati

E’ utile partire dalla necessità dell’IA di alimentarsi di dati, che sono alla base di ogni applicazione dI queste tecnologie. Per questo motivo, una sfida tipica che deve affrontare chi utilizza l’IA riguarda l’accesso, la disponibilità e la qualità dei dati.

Maggiore è la qualità dei dati, migliore sarà l’accuratezza e la performance del sistema di IA. Tuttavia, spesso i dati pubblici sono raccolti da amministrazioni diverse e, in molti casi, sono frammentari, limitati e non facilmente accessibili.

Tutte le amministrazioni devono allora assicurare la qualità e la fruibilità dei dati che forniscono, in maniera da poter essere agevolmente utilizzati per testare, utilizzare ed affinare sistemi di IA.

Strumenti utili, modellati sulle esigenze della PA per la fruizione dei dati, la loro interpretazione e le modalità di rilascio, sono il sito dati.gov.it e le Linee Guida Nazionali per la Valorizzazione del Patrimonio Informativo Pubblico.

Sviluppo di professionalità e competenze

Le Università hanno grandi competenze nel settore dell’IA, con progetti e programmi di R&S dedicati, a cui si somma la nuova offerta formativa e didattica di corsi e l’istituzione di dipartimenti ad hoc.

Parallelamente, le amministrazioni hanno bisogno di un consistente investimento in capitale umano per gestire la crescita e il potenziale dei nuovi sistemi tecnologici.

Università e settore pubblico in generale dovrebbero affrontare con sinergia la possibile carenza di competenze legate all’IA ed identificare nuovi modelli per lavorare con esperti di IA appartenenti al settore privato e al mondo accademico.

Sul portale ia.italia.it sarà a breve disponibile una mappatura dei corsi legati all’IA presenti nel territorio italiano.

Nel frattempo si può osservare l’evoluzione dell’ecosistema italiano (https://ia.italia.it/ia-in-italia/) legato a startup, centri di ricerca e altre realtà che si occupano di produrre o utilizzare soluzioni di IA.

Rimanere aggiornati

Il portale di riferimento della task force sull’intelligenza artificiale, ia.italia.it rimarrà attivo, arricchendosi delle iniziative che verranno dispiegate nei prossimi mesi. Si consiglia di consultarlo in maniera frequente e di iscriversi alla newsletter per rimanere aggiornati sugli sviluppi e sulle novità.

Rimarrà attiva anche la community, dove è possibile partecipare alle discussioni aperte (o iniziarne di nuove) sui temi legati all’attività della task force e all’IA in generale.

Per ogni informazione o eventuali collaborazioni c’è sempre l’email intelligenza-artificiale@agid.gov.it .