Sfida 9: L’essere umano

L’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nel mondo comporta questioni esistenziali e psicologiche che è necessario affrontare in quanto influiscono sulla possibilità di percepire, comprendere ed agire sul mondo, e su come gli esseri umani vi si posizionano individualmente, rispetto alla società e all’ambiente, con impatti sostanziali su diritti, libertà e opportunità di realizzazione tanto personale che lavorativa.

L’IA è già presente in tanti ambienti, servizi e processi della nostra quotidianità: le tecnologie che usiamo per mediare le relazioni con altri esseri umani, gli oggetti e i luoghi che abitiamo, influenzano comportamenti, modi di lavorare, imparare, comunicare e divertirsi. Tutti noi ci siamo confrontati più o meno consapevolmente con questa realtà, anche se sull’IA esistono ancora perplessità dovute alla poca comprensione della tecnologia in sé e dei suoi reali effetti nella società.

In questa carenza di conoscenza, che è presente a tutti i livelli di società e di istruzione, si inserisce facilmente una narrazione fatta di notizie distorte o influenzate da fantascienza distopica, che rischia di influire negativamente sull’immaginario collettivo, degenerando in distorsioni della realtà tipiche della teoria della profezia auto avverante [1].

Diversi studi empirici e sociologici, ed esperimenti di psicologia sociale [2], hanno più volte mostrato quanto radicali possano essere queste capacità d’intervento sull’immaginario.

Si tratta, quindi, di azioni che hanno impatti sulle sfere psicologica, sociale ed esistenziale. Per accompagnare i cittadini non sono sufficienti le leggi, normative e buone pratiche tecniche e tecnologiche (pur necessarie): servono una narrazione ed un immaginario costruiti dalla società in maniera inclusiva delineando i significati dell’IA e i ruoli che vogliamo assegnargli.

La società contemporanea, caratterizzata da una forte digitalizzazione, ha il compito di creare i presupposti per cui le persone possano sviluppare, insieme e responsabilmente, una visione del mondo coerente con le novità che tali tecnologie portano con sé. In questo senso si esalta ancora di più il valore delle scienze sociali e della comunicazione pubblica rispetto alla costruzione di una narrazione prevalentemente strategica [3]. Se il futuro è la conseguenza delle scelte operate nel presente non possiamo non porci il problema lasciando che l’interpretazione dello sviluppo tecnologico e delle sue conseguenze sociali non sia presidiato.

Diversi sono gli approcci che in maniera transdisciplinare concorrono alla costruzione di uno scenario che faciliti la comprensione e il coinvolgimento dell’essere umano nella introduzione di soluzioni di IA.

Il design, le arti, la psicologia, l’antropologia, la sociologia e le altre discipline umanistiche possono e devono creare ponti tra ricerca, industria e società, per sostenere iniziative pedagogiche capaci di aiutare le diverse comunità a comprendere i confini e le implicazioni di queste tecnologie.

L’arte e il design, da un lato, hanno da sempre svolto un ruolo cruciale nel coinvolgere le persone all’interno di una narrativa comune. Dall’altro, hanno permesso i grandi processi di innovazione suggeriti dal non focalizzarsi sui bisogni, ma sulle aspirazioni [4], sul desiderio e sull’immaginario. Storicamente l’Arte ha contribuito a disegnare nuovi immaginari e ad aprire nuove opportunità, innalzando il livello della critica e suscitando la partecipazione e il coinvolgimento delle persone, attraversando culture, classi sociali, professioni e competenze.

Questo ruolo [5] è finalmente riconosciuto anche a livello europeo, grazie a programmi che utilizzano le arti per far entrare le innovazioni nell’immaginario comune, contribuendo a costruire un significato sociale positivo, condiviso e soprattutto consapevole rispetto ai vantaggi e agli usi delle innovazioni.

Effetto non secondario di questo approccio è, in termini economici, la creazione di nuovi mercati; in termini sociali, invece, esso genera maggiore partecipazione, solidarietà, senso di appartenenza a un mondo cosmopolita.

Offrire ai propri cittadini l’opportunità di costruire socialmente un immaginario condiviso rispetto al ruolo di tecnologie come l’IA, è di fondamentale importanza non solo in termini di inclusione sociale ma soprattutto come investimento di cittadinanza. Un cittadino consapevole, che comprende e che si sente compreso, è un cittadino il cui senso di appartenenza genera maggiore fiducia nelle istituzioni. Propenso al supporto e alla critica costruttiva delle attività governative, il cittadino che partecipa all’azione pubblica e alle soluzioni proposte, è capace - con diversi livelli di coinvolgimento - di supportare la progettazione di sistemi e soluzioni sempre migliori, in un contesto sempre più scevro da divari digitali e culturali.

Storicamente l’Italia ha avuto un ruolo esemplare nell’innovare attraverso la bellezza, l’estetica ed il benessere e nello stimolare processi culturali e sociali di avanguardia.

Innovativi per tradizione, come Paese non dobbiamo rinunciare a portare i tratti caratteristici dello stile italiano (progettualità, creatività, estetica) all’interno di questa narrazione di sistema, ancora tutta da costruire ma incentrata sul benessere delle persone.

Una visione che costituisce per il nostro Paese un vantaggio competitivo a livello internazionale, costruito proprio sulla capacità di “immaginare il mondo”. Per questo, è necessario ideare e sostenere iniziative in cui artisti e designer lavorino fianco a fianco con ricercatori, umanisti, ingegneri e manager in ambito di IA.

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Far crescere una comunità: la consultazione pubblica per la stesura del Libro Bianco IA

Il Libro bianco IA promosso dalla Task force IA è stato aperto alla consultazione pubblica dal 13 febbraio al 12 marzo 2018 in una apposita sezione del sito https://ia.italia.it/.

Esperti, ricercatori, imprenditori, funzionari pubblici, professori universitari e cittadini hanno contribuito con suggerimenti, commenti, e raccomandazioni condividendo esperienze, articoli e documenti con diverse modalità:

  • attraverso l’apposita sezione presente a margine di ogni paragrafo del Libro bianco sulla piattaforma Readthedocs;
  • direttamente all’interno dei thread aperti allo scopo sulla Community della Task Force IA;
  • attraverso la casella email intelligenza-artificiale@agid.gov.it;
  • attraverso l’apposito form predisposto per la segnalazione di raccomandazioni.

In totale sono stati visionati dalla Task Force IA più di 100 fra commenti, contributi e raccomandazioni, moltissimi dei quali recepiti nell’attuale versione del Libro bianco IA.

Note

[1]Cfr. Robert Merton, R.K, “La profezia che si autoavvera”, in Teoria e Struttura Sociale, vol. II. Il Mulino, 1971.
[2]Cfr. https://www.forbes.com/sites/kashmirhill/2014/07/10/facebook-experiments-on-users/#386e02291c3d.
[3]Cfr. Sfida “Accompagnare la trasformazione”.
[4]Cfr. https://publications.europa.eu/en/publication-detail/-/publication/a97a2fbd-b7da-11e7-837e-01aa75ed71a1.
[5]Per esempio il programma STARTS della Commissione Europea e il “Programma delle arti” al CERN.