Capitolo 1 - L’Italia e i servizi digitali

Introduzione

L’obiettivo di questo libro bianco è quello di analizzare l’impatto dell’Intelligenza Artificiale (IA) sulla nostra società e, nello specifico, come queste tecnologie possano essere utilizzate dalla Pubblica amministrazione (PA) per migliorare i servizi destinati ai cittadini e alle imprese. Tutto questo si inserisce all’interno di un quadro più ampio di riflessione sulle politiche da mettere in atto per favorire la trasformazione digitale, motore di sviluppo sociale, economico e culturale.

Per accelerare questo processo di trasformazione è possibile ispirarsi a esperienze internazionali che hanno portato risultati tangibili: l’Italia deve eccellere nella ricerca di strategie innovative, magari capaci di nutrirsi della ricchezza storica, culturale e sociale del Paese e del Mediterraneo e allo stesso tempo riuscire a cogliere quanto di meglio sia emerso dalle strategie di quegli Stati che, per primi, hanno saputo fare dell’evoluzione dell’informatica pubblica la leva per la transizione verso un nuovo assetto globale di economia e società.

È quindi necessario sostenere le forze di innovazione del Paese per ottenere modelli sempre più competitivi e avviare un cambiamento radicale delle modalità di relazione tra cittadini, amministrazioni e mercato. L’obiettivo finale di questo processo è la creazione di servizi pubblici moderni, di semplice utilizzo, accessibili, di qualità, orientati dunque alla comprensione dei bisogni degli utenti, che permettano quindi di accrescere il livello di soddisfazione del cittadino e la fiducia nelle istituzioni.

Il documento intende delineare le prospettive di sviluppo dei servizi pubblici digitali e le sfide che il Paese dovrà affrontare per implementare e adoperare le nuove tecnologie nel rispetto dell’etica e delle leggi mettendo il cittadino al centro di questo percorso evolutivo.

La situazione italiana

Prima di descrivere lo stato dell’arte e le prospettive future dell’Intelligenza Artificiale nella nostra società e nella Pubblica amministrazione, può essere utile analizzare ciò che sta avvenendo nel campo della trasformazione digitale nel settore pubblico per capire la situazione attuale e immaginare come l’IA può creare sinergie con il processo di digitalizzazione del Paese.

Box

Stando ai dati riportati nell’ultimo Rapporto dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) sulla Digital Transformation [1], il nostro Paese si colloca al 5° posto mondiale per quanto riguarda la produzione di documenti scientifici maggiormente citati sul machine learning dopo gli Stati Uniti, la Cina, l’India e Gran Bretagna (sezione scienza, innovazione e rivoluzione digitale). Sempre nello stesso Rapporto (sezione crescita, lavoro e trasformazione digitale), i dati 2015 sulla diffusione dei robot industriali mostrano che l’Italia è tra le economie leader in Europa (dietro Germania, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca e Slovenia) in termini di utilizzo di robot (es. numero di robot rispetto al valore aggiunto nella manifattura), pur mostrando indici pari a ⅓ rispetto a quelli del leader mondiale (la Corea del Sud).

Come evidenzia il Digital Economy and Society Index - DESI 2017 [1], l’Italia cresce, ma si riscontra ancora un divario tra l’offerta di servizi digitali e il loro effettivo utilizzo. Il nostro Paese ha comunque fatto progressi sulla connettività, condizione di base per permettere lo sviluppo di un ecosistema digitale, grazie anche al Piano Banda Ultra Larga [2].

Secondo i dati della Relazione annuale 2017 dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM), al momento il 90,7% delle famiglie in cui vi è almeno un minorenne dispone di connessione a banda larga fissa e mobile, dato che si ferma al 20,7% per le famiglie con ultrasessantacinquenni. Allo stesso tempo, il 91,6% delle famiglie con almeno un componente laureato possiede una connessione a banda larga, valore che scende al 55,3% per le famiglie in cui il titolo di studio più elevato è la licenza media. Ciò evidenzia ancora una volta la centralità della domanda, e non solo all’offerta, nello stimolare la diffusione delle tecnologie internet-based in Italia.

Ad avvalorare l’importanza del “fattore domanda”, contribuiscono i dati sul dinamismo italiano delle startup e delle pubbliche e medie imprese (PMI) innovative. Nel nostro Paese, secondo un censimento aggiornato al 2017 [3], sono circa 8.000, il doppio rispetto al 2015, e danno lavoro a 46.107 persone, tra soci e dipendenti. Il mercato digitale è in crescita e il settore ICT registra una fase di sviluppo anche grazie all’aumento degli investimenti: nel 2016, è cresciuto dell’1,8 % raggiungendo i 66 miliardi di euro di fatturato [4]. Così come cresce la domanda di competenze digitali di livello elevato, in un contesto in cui solo il 29% della forza lavoro le possiede rispetto ad una media UE del 37% [5].

Per quanto riguarda i servizi pubblici digitali, come conferma ancora il DESI, l’Italia si posiziona nella parte alta della classifica per l’offerta quantitativa ma riscontra basse percentuali nell’utilizzo da parte della popolazione. Anche l’Eurostat conferma in parte questo dato: nonostante la maggioranza degli italiani esprima l’esigenza di una relazione più snella con la Pubblica amministrazione [6], quando ciò viene reso possibile, gli strumenti messi a disposizione vengono fruiti solo dal 13% dei cittadini rispetto ad una media europea del 30% [7].

La strategia digitale italiana

Nel quadro dell’Agenda digitale europea [8], l’Italia ha sviluppato la propria strategia nazionale declinando gli obiettivi comunitari in iniziative finalizzate alla trasformazione digitale della Pubblica amministrazione [9]. Così facendo, gli interventi nel settore pubblico diventano volano dello sviluppo delle imprese e per la crescita delle competenze dei cittadini. La strategia 2014-2020 dell’Agenda digitale è diventata quindi un vero e proprio strumento per perseguire i grandi obiettivi della crescita, dell’occupazione, della qualità della vita e della partecipazione democratica.

Le sfide della trasformazione digitale però sono cambiate velocemente: Internet of Things (IoT), big data analytics, Intelligenza Artificiale e blockchain sono i vettori attraverso i quali si muove la nuova economia digitale. Per affrontare anche queste tematiche è stato approvato, nel 2017, il Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica amministrazione [10], che contiene indicazioni operative (azioni, tempi e obiettivi) per lo sviluppo di quattro pilastri: ecosistemi digitali o aree di policy (sanità, scuola, giustizia, etc.), infrastrutture immateriali (che comprendono le piattaforme abilitanti e i dati della PA), infrastrutture fisiche e cybersecurity. Il Piano è nato per guidare operativamente la trasformazione digitale del Paese, diventando riferimento per le amministrazioni centrali e locali nello sviluppo dei propri sistemi informativi. Esso fissa i principi architetturali fondamentali, le regole di usabilità e interoperabilità e razionalizza le spese ICT.

Il confronto con queste sfide, che appaiono ancora “nuove”, impone però di individuare un nuovo framework tecnico, etico e regolatorio che abiliti il settore pubblico ad affrontare e governare nuovi scenari, valorizzando i progetti di oggi e fornendo strumenti e competenze al servizio di quelli a venire. Al contempo, si rende necessario progettare le modalità con le quali stimolare e accompagnare l’evoluzione culturale del Paese, coinvolgendo la popolazione, superando diversità, reticenze e conflitti, e identificando nuove prospettive. L’utilizzo di strumenti di Intelligenza Artificiale applicati ai servizi, argomento centrale di questo libro bianco, è solo uno dei settori in cui l’Italia sta cercando di raggiungere gli obiettivi del Piano triennale per l’informatica nella Pubblica amministrazione. A questo specifico scopo, è stata istituita la “Task force Intelligenza Artificiale al servizio del cittadino” [11] che ha il compito di ragionare sulle nuove possibilità offerte da questo genere di tecnologie, in generale nella nostra vita quotidiana e, più nello specifico, nella costruzione di un nuovo rapporto tra Stato e cittadini.

Inserimento Schede integrative sui progetti legati al Piano Triennale (SPID, PagoPa) - a cura di AgID

Note

[1](1, 2) OECD Science, Technology and Industry Scoreboard 2017, Cfr. Highlights relativi alla Digital Transformation in Italia: https://www.oecd.org/italy/sti-scoreboard-2017-italy.pdf.
[2]Il sito del Piano Strategico Banda Ultralarga del Governo Italiano bandaultralarga.italia.it.
[3]Il sito del Ministero dello Svilupo Economico, rapporto start-up innovative www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php/it/impresa/competitivita-e-nuove-imprese/start-up-innovative/relazione-annuale-e-rapporti-periodici.
[4]Rapporto Assinform “Il Digitale in Italia 2017” www.assinform.it/pubblicazioni/rapporto_assinform.kl.
[5]Cfr. nota 1.
[6]

14a edizione del report Benchmark Measurement of European eGovernment Services (2017):

http://ec.europa.eu/newsroom/dae/document.cfm?doc_id=48587.

[7]

La rilevazione Eurostat 2017 sui dati della Digital Economy and Society in Europa, la cui elaborazione è propedeutica al calcolo del DESI (Digital Economy and Society Index)

Cfr. http://ec.europa.eu/eurostat/web/digital-economy-and-society/data/main-tables

[8]

L’Agenda Digitale Europea, lanciata dalla Commissione europea nel maggio 2010, ha definito con precisione gli obiettivi per sviluppare l’economia e la cultura digitale in Europa nel quadro della strategia Europa 2020. A partire da questa, l’Italia ha elaborato una propria strategia nazionale, individuando priorità e modalità di intervento, nonché azioni da compiere e da misurare sulla base di specifici indicatori, in linea con il quadro di valutazione della stessa Agenda digitale europea.

Cfr. http://www.agid.gov.it/agenda-digitale/agenda-digitale-europea.

[9]I principali obiettivi sono: centralizzare la programmazione e la spesa pubblica in materia; perseguire la modernizzazione della Pubblica Amministrazione partendo dai processi, superando la logica delle regole tecniche e delle linee guida, e puntando piuttosto alla centralità dell’esperienza e dei bisogni dell’utenza; utilizzare un approccio architetturale basato su logiche aperte e standard, che garantiscano accessibilità e massima interoperabilità di dati e servizi; ricercare soluzioni volte a stimolare la riduzione dei costi e a migliorare la qualità dei servizi, contemplando meccanismi di remunerazione, anche capaci di stimolare i fornitori a perseguire forme sempre più innovative di erogazione/fruizione dei servizi stessi.
[10]Il sito ufficiale del Piano Triennale per l’informatica della Pubblica amministrazione 2017-2019 - Cfr. https://pianotriennale-ict.italia.it/.
[11]Il sito ufficiale della Task force IA https://ia.italia.it.